«Quando ero piccolo sapevo dipingere come Raffaello, mi ci è voluta però una vita intera per imparare a disegnare come un bambino», è forse questa una delle più citate e brillanti affermazioni attribuite a Pablo Picasso. Tuttavia pochi si sono interrogati sui luoghi della sua infanzia, così segnanti per il suo imprinting artistico-esistenziale. Ma non preoccupatevi, siete capitati nel posto giusto per scoprirli.

Ebbene Picasso nacque proprio a Malaga nel 25 ottobre del 1881, e visse in Andalusia fino all’età di dieci anni. Una località che piuttosto difficilmente – almeno nell’immaginario comune – viene associata a quello che è probabilmente il più iconico dei pittori del Novecento. Quando sentiamo il nome di Picasso, infatti, ci viene subito in mente Barcellona, Madrid, la bohème di Parigi, Montmatre e il Bateau-Lavoir, ma molto difficilmente pensiamo alla città andalusa.

Primogenito di José Ruyz y Blasco, pittore di modesta fama e insegnante di disegno alla Scuola delle Belle Arti oltre che curatore del museo cittadino, e Maria Picasso y López Oñate, donna di origine genovese dalla quale erediterà il suo nome d’arte, il piccolo Pablo mise in mostra molto precocemente, come in una vera e propria Manifestazione, uno straordinario talento artistico per la sua tenera età: stando a quanto ci racconta la madre, le sue prime parole furono «piz, piz», abbreviazione di lápiz, che in spagnolo significa «matita».

Quello del nomen omen è un motivo aneddotico piuttosto ricorrente, a dir la verità, nelle ricostruzioni biografiche di autori affermati, come già possiamo leggere ad esempio in Benvenuto Cellini, uno dei pionieri del genere letterario dell’autobiografia dell’artista: nella sua Vita, infatti, racconta di come il suo nome derivi dall’esclamazione che suo padre pronunciò non appena lo vide – “Benvenuto!”, appunto. Ma nel caso di Picasso – al di là delle narrazioni più o meno romanzate – a parlare sono innanzi tutto i fatti, o meglio, i dipinti.

La formazione artistica del giovane Pablo avvenne sotto la guida del padre, che valorizzò il precoce talento del figlio introducendolo all’esercizio tecnico della pittura e allo studio teorico dei grandi maestri. Picasso realizzò già nel 1888-89 (e dunque all’età di circa 8 anni) il suo primo dipinto, Il picador[1]: ne seguirono nel giro di poco tempo moltissimi altri, tutti caratterizzati da un’eccezionale abilità tecnica che si dice abbia spinto un destabilizzato Don José, già superato dal giovanissimo allievo, a rinunciare per sempre alla tavolozza e ai pennelli.

Per omaggiare il più celebre dei suoi cittadini (insieme forse ad Antonio Banderas, miglior attore all’ultimo Festival di Cannes), Malaga e la Junta de Andalucía si sono impegnate negli anni Novanta, grazie alle donazioni degli eredi del pittore, ad esporre i dipinti di Picasso nel Palazzo dei conti di Buenavista. Inaugurato nel 27 ottobre 2003, il Museo Picasso Malaga [2] raccoglie oggi un’esposizione permanente di ben 200 opere dell’artista. Inoltre, a pochi minuti di distanza, seduto su una panchina di Plaza de la Merced, un Picasso di bronzo [3] guarda assorto i passanti a due passi del numero 15, dove la sua casa di famiglia è stata trasformata in una fondazione.

Da sempre legata alle sue tradizioni come la corrida e la Semana Santa, negli ultimi decenni Malaga si sta affermando sempre più anche come una città d’arte, grazie appunto al Museo Picasso, alla Fondazione e al Museo Carmen Thyssen, attirando una rosa di turisti sempre più ampia ed eterogenea.

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