Dai sarcofagi egizi ai reperti aztechi, tutto quello che puoi immaginare, si trova già al British

Il British Museum è tra i più importanti musei di tutto il mondo, fu edificato nel 1753 quando racchiudeva il tesoro artistico e letterario della Biblioteca londinese Montague House.

Organizzare un viaggio studentesco in questo museo sarà impegnativo, poiché sono qui presenti, oggi, circa 8 milioni di pezzi dal valore inestimabile, i quali rievocano la cultura e la storia di ogni parte del mondo, dall’antichità per arrivare fino ai giorni nostri e sarà necessario fare una cernita e avere bene in mente cosa si vorrà visitare.

Cenni storici sul British Museum di Londra

Il museo londinese, sebbene oggi contenga principalmente antichità che provengono da ogni parte del mondo, è stato inizialmente ideato come luogo di raccolta di oggetti e curiosità di ogni genere.

Il suo proprietario e fondatore si chiamava Hans Sloane, medico e naturalista vissuto a cavallo tra il seicento e il settecento. Quando Hans Sloane era ancora in vita, la raccolta comprendeva in circa 71 mila oggetti, tra i quali antichità egizie, greche, romane, orientali, americane e asiatiche, oltre a manoscritti, libri stampati, pezzi di storia naturale che includevano disegni, piante essiccate e stampe. Prima di abbandonare questo mondo, il Dottor Sloane decise di donare l’imponente collezione a Re Giorgio II, in cambio della simbolica cifra di 20 mila sterline, con lo scopo di evitare che il suo patrimonio venisse smembrato e distrutto.

Nel 1753 una legge diede formalmente vita al British Museum: la biblioteca di Sloane fu quindi unita ad altre due: alla elisabettiana Cottonian Library e alla Harleiana e alle quali fu aggiunta, quattro anni dopo, la Royal Library, la quale conteneva i testi appartenuti a vari monarchi. Agli elementi originari di Sloane si fusero quello antiquari e letterari delle altre collezioni, trasformando il museo fino a renderlo anche biblioteca nazionale.

Il British Museum divenendo appunto di proprietà della nazione inglese ed essendo ad accesso gratuito, fu un precursore nel suo genere, poiché allora esistevano solo musei appartenenti alla Chiesa o ai monarchi. Quando si decise di spostare il museo in una struttura settecentesca, Buckingham Palace fu scartato perché troppo costoso e fu scelto invece Montagu House.

Il museo si modificò man mano che nuove collezioni venivano donate, come quella di ceramica greca di Hamilton, gli opuscoli della guerra civile inglese, la biblioteca David Garrick e altri oggetti antichi di vario tipo e non ultimi, tutti gli oggetti che venivano saccheggiati dall’Impero Britannico.

Re Giorgio II decise inoltre che una copia di ogni libro stampato nel regno dovesse essere donata alla biblioteca.

I primi cambiamenti del British Museum londinese

Giungevano in Inghilterra, in modi talvolta leciti ed altri meno, tutta una serie di preziosi oggetti provenienti dai “Mari del Sud”, come quelli introdotti dall’avventuriero James Cook. I britannici vedevano per la prima volta degli oggetti che testimoniavano l’esistenza di culture sconosciute e completamente diverse dalla loro e questo li conquistò in breve tempo. Arrivarono anche gioielli, pietre preziose, monete e oggetti di valore che evidenziarono il ruolo del museo, provocando una crescita e un importanza tali da rendere necessaria una sede più grande.

Dopo la Campagna d’Egitto che vide la sconfitta di Napoleone, giunsero in Inghilterra pregiate sculture egiziane, incluse le Stele di Rosetta, ovvero la chiave di comprensione dei geroglifici; fu importata la statua di Ramesse II e l’ambasciatore Thomas Bruce fece rimuovere le sculture in marmo presenti sul Partenone ad Atene e le spedì in Inghilterra, la quale regolarizzò l’acquisizione con una legge ad hoc. Durante il viaggio con gli studenti, vi consigliamo di prendere nota e segnare questi pezzi da vedere assolutamente.

Quando Re Giorgio III donò al museo la sua immane biblioteca personale, l’ingrandimento del museo si rese inevitabile, pertanto Montagu House fu demolita e venne ampliata l’ala est.

La crescita del museo non si arrestò, al punto che nel 1840 prese parte a spedizioni di scavi in vari paesi come l’Asia Minore: qui, nel 1857 T. Newton portò alla luce il Mausoleo di Alicarnasso, una delle Sette Meraviglie del Mondo Antico. In Assiria emersero dal suolo le tavolette cuneiformi di Sardanapalo, una grande biblioteca che rese noto il museo quale primo centro di studi sull’antica Assiria a livello mondiale.

Una volta terminati i lavori e resisi conto della inarrestabile aumento di sculture e materiale di ogni genere, si decise di spostare tutto il blocco di storia naturale in un museo a se stante, che divenne il National History Museum.

I cambiamenti da Antonio Panizzi, noto come il “secondo fondatore” del British Museum

Antonio Panizzi era un carbonaro che trovò asilo a Londra ed è anche colui che guidò il British Museum per diverso tempo e che viene oggi ricordato come il suo “secondo fondatore”: grazie alla sua opera, il museo quintuplicò la sua grandezza e divenne la biblioteca più grande al mondo, seconda solo alla Biblioteca Nazionale di Francia, a Parigi.

Nel 1837 Panizzi divenne il conservatore delle stampe e nel 1856 il Direttore del museo: la sua genialità consistette probabilmente anche nell’aver abbattuto la discriminazione e di aver aperto la biblioteca a tutti. Egli collaborò per spostare la zona dedicata ai lettori, i quali crescevano di numero in maniera impressionante, in quella che è l’attuale sala lettura, ovvero il cortile che venne coperto da una cupola vetrata. La sala lettura è composta 34 km di scaffali e da 1.300.000 libri e può contenere 400 lettori.

Panizzi, inoltre, creò la compilazione del catalogo della biblioteca.

Nel 1882 il museo collaborò nella creazione del primo istituto dedito allo studio dell’egittologia e grazie a un importante lascito, finanziò la campagna di scavi a Cipro.

Alla morte del noto collezionista A.W. Franks seguì un lascito immenso di gioielli e porcellane, tra i quali il Tesoro di Oxus. Ne seguirono altri di notevole importanza, come quello del barone Ferdinand di Rothschild, il quale pretese che i suoi tesori fossero esposti in una stanza speciale e separata dal resto, per sempre: si tratta della famosa stanza Waddeston Bequest Room.

Il 1900, il nuovo edificio e i bombardamenti

Proprio con l’arrivo del XX secolo si fece pressante l’esigenza di ampliare ancora una volta la struttura museale; a tal fine vennero acquistate 69 abitazioni da demolire per poi riutilizzarne lo spazio: nel 1906 si iniziò a erigere l’ala nord. Nel frattempo aumentarono le collezioni africane e asiatiche.

Durante la Grande Guerra, il rischio costante dei bombardamenti indusse all’evacuazione di diversi oggetti che tuttavia, a causa di questo spostamento, si rovinarono e richiesero importanti restauri: il dipartimento temporaneo per il restauro del 1920 divenne permanente nel 1931, dando vita all’attuale più antico laboratorio mondiale di siffatta natura.

Il British Museum nel 1923 accolse ben oltre un milione di visitatori.

Grazie a dei finanziamenti si ricostruirono le Gallerie per le Sculture del Partenone, che dal rosso cupo prettamente vittoriano, furono colorate in moderne tinte pastello. Si rese urgente spostare queste opere nel 1939 per sottrarle ai bombardamenti e vennero dislocate nella stazione metropolitana di Aldwych e in varie dimore campestri: questo gesto salvò la collezione, giacche, effettivamente, nel 1940 la Galleria Duveen che le conteneva fu danneggiata gravemente. Anche durante questa difficile contingenza continuarono a giungere ulteriori collezioni, come il tesoro di Ur, del 2600 a.C.; arrivarono corredi d’oro, d’argento, pezzi funerari, di arredamento d’epoca romana. Al termine della guerra, i tesori rientrarono nel museo e si diede inizio alla ristrutturazione della Galleria Duveen, che fu completata nel 1962, pronta per accogliere nuovamente i resti del Partenone.

Qualche anno dopo la guerra furono apportate molte modifiche, soprattutto a livello amministrativo, ad esempio, rendendo più semplici le donazioni, donando la sua indipendenza al Museo di Storia Naturale, fu sistemata e riaperta la Sala delle monete e delle medaglie, distrutta durante la Grande Guerra.

Nel 1972 la mostra temporanea di Tutankhamun fece raggiungere al British Museum circa 1.700.000 visite e si trattò di un record per la storia dell’Inghilterra.

La British Library venne spostata a St. Pancras, liberando la più grande piazza coperta in tutta Europa, la Queen Elizabeth Great Court di Elisabetta II, la quale, in mezzo a tante polemiche generate dai problemi finanziari del museo, dal 2000 permise di accogliere nuovamente le collezioni etnografiche provenienti da tanti paesi. Si tratta di una grande piazza coperta da una cupola di vetro composta da quasi 1700 pannelli. All’interno è stata aperta una sala lettura accessibile a tutti.

Oggi il British Museum non ospita più le collezioni di storia naturale e i manoscritti, ma resta un museo universale, visti i milioni di pezzi di arte varia in esso contenuti.

Elenco delle collezioni principali che consigliamo di visitare al British Museum

La mostra è molto vasta, pertanto sarebbe opportuno visitarla in più giorni o comunque avere ben chiaro cosa si desidera vedere. Qui sotto è presente un elenco di alcune collezioni principali:

  • Impronte di Budda
  • Il tesoro di Hoxne
  • Le mummie egiziane e i relativi sarcofagi
  • Il vaso di Portland
  • I reperti del tempio di Artemide di Efeso
  • Il resti del Mausoleo di Alicarnasso
  • La collezione di Stein sull’Asia Minore
  • Le stele di Rosetta
  • Opere di Leonardo da Vinci, di Michelangelo
  • Il cilindro di Ciro
  • La stanza dell’orologio
  • Il bracciale d’oro del tesoro di Oxus
  • La testa di Afrodite
  • Il tesoro di Sutton Hoo
  • The Great Dish
  • Il tesoro di Mildenhall
  • Le sculture del Partenone ateniese
  • Il Lindow Man

Visite di gruppi di studenti al British Museum

La maggior parte delle gallerie è visitabile tutti i giorni dalle 10.00 alle 17.30; tuttavia consigliamo di informarvi prima, perché nonostante gli avvisi avvengano sempre per tempo, è possibile che qualcuna sia temporaneamente chiusa.

L’ingresso al museo è gratuito per tutti i visitatori, ma per quanto riguarda le mostre temporanee può essere previsto un biglietto dal costo variabile.

Soprattutto in caso di Viaggi d’istruzione, qualunque gruppo composto da oltre 10 persone ha l’obbligo di prenotare la visita, per permettere al museo di predisporre i servizi per gli studenti e le scuole in generale.

Alcune gallerie, come quella egizia, sono molto affollate, per questo motivo si consiglia di prenotare almeno un quadrimestre prima e di attendere la conferma del museo, la quale dovrebbe arrivare entro due settimane, prima di prenotare il viaggio.

Il museo, durante la prenotazione, richiederà:

– La data della visita e l’orario d’arrivo;

– Il numero degli studenti e degli accompagnatori;

– Quali sono le gallerie che si vorrà visitare;

– Requisiti di accessibilità;

I gruppi che arrivano organizzati tramite viaggi di istruzione, in pullman, dovranno accedere da nord, nell’ingresso Montagu Place, dove è presente un parcheggio che può accogliere fino a 6 pullman.

Contatti

British Museum, Great Russell Street, London, WC1B 3DG

Informazioni:

Indirizzo: Cihelnà, 2b, Praga;

Orari: aperto tutto i giorni dalle 10:00 alle 18:00;

Costo biglietto per la scolaresca: ridotto per studenti e insegnanti, 250 corone ceche. La visita guidata è disponibile esclusivamente in inglese e ha un costo individuale di 800 corone da sommare al ticket. Per prenotare è possibile compilare il form che è possibile trovare direttamente sul sito ufficiale del polo museale.

Contatti: tickets@britishmuseum.org; Telefono +44 (0)20 7323 8181

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