Se qualcuno vi parlasse di Canusium o Kanusion, sareste in grado di indicare dove si trova, in Italia? Ovviamente chiedo a chi non conosce una delle regioni più caratteristiche della nostra penisola. No? Allora ve lo dico io: in Puglia!
Canusium è il nome latino, Kanusion quello greco. Stiamo parlando della meravigliosa Canosa di Puglia, situata ai margini dell’altopiano delle Murge nella provincia di Barletta- Andria-Trani.

Cosa rende speciale questa città? Tralasciando argomenti come cibo, vino, olio e artigianato locale, per cui non basterebbero pagine e pagine di articoli, probabilmente
pochi sanno che Canosa è uno dei principali siti archeologici pugliesi. Basti pensare
che numerosi reperti e vasi canosini sono esposti in diversi musei del mondo, fra cui il
British Museum. Famosissime, infatti, sono le ceramiche che qui vennero prodotte a partire dal IV secolo a. C.

Grazie alla particolare tecnica pittorica utilizzata dagli antichi artigiani – dopo la cottura i vasi venivano decorati con tempera a freddo su fondo bianco, con prevalenza delle tinte
rosa, rosso e azzurro – ancora oggi abbiamo la fortuna di poter ammirare le decorazioni rimaste intatte e ben visibili su moltissimi reperti archeologici. Il rosa, in particolare, rende questi manufatti immediatamente riconoscibili fra tanti e lo stile utilizzato risente indubbiamente dell’influenza della civiltà ellenica.
Canosa di Puglia è talmente ricca di siti archeologici, monumenti, chiese e palazzi
storici che non basterebbe un mese per poterli visitare tutti. Sostare qui significa
immergersi corpo e anima nella storia, nell’arte e nella tradizione. Ma oltre a ciò che di
meraviglioso esiste in superficie, Canosa offre qualcosa di unico e caratteristico nel
sottosuolo: gli ipogei dauni.
Lo ammetto, fino a pochi anni fa ignoravo completamente la loro esistenza, poi una cara
amica, durante una breve vacanza, ha scelto di mostrarmi le bellezze della sua città
organizzando una visita presso alcuni ipogei. Grazie ai racconti di una preparatissima
guida, Renato Tango della Fondazione Archeologica Canosina, ho potuto scoprire un mondo affascinante e particolare.


Partiamo però dall’inizio: cos’è un ipogeo? Con questo termine si indica una tomba a camera sotterranea, sicuramente di derivazione ellenica, costruita in blocchi o scavata nella roccia. Sappiate che numerosi condomini e abitazioni civili della città possiedono, sotto le proprie fondamenta, diverse di queste tombe perfettamente conservate e visitabili.
Gli ipogei presentano generalmente una base quadrata e sono composti da uno o più ambienti; gli interni hanno soffitti piani, a doppio spiovente o con volta a botte. Elementi decorativi come semicolonne, cornici, lesene, capitelli ionici – molto spesso in rilievo, talvolta creati pittoricamente – decorano gli ingressi e le pareti, sia interne che esterne. Diffusi in epoca ellenistica (IV – III secolo a. C.) a Canosa e in Daunia, erano prerogativa delle famiglie aristocratiche.
Tra i più famosi e meglio conservati annoveriamo gli ipogei Lagrasta, quello dell’Oplita, del Cerbero, d’Ambra, Scocchera B, di Vicolo San Martino, Varrese, Monterisi-
Rossignoli, l’ipogeo del Vaso di Dario, il Casieri e la Tomba degli Ori. Interessante,infine, la Necropoli di Pietra Caduta, un’area di 26.000 mq caratterizzata da tombe chiamate “grotticelle”, del V e IV secolo a. C.

La Fondazione Archeologica Canosina, però, non è solo questo: visitando il suo sito scopriamo numerosi itinerari tematici che ci porteranno alla scoperta della Via Traiana o della Canusium Romana, potremo fare Archeotrekking o sapere nel dettaglio quali e quanti vescovi cristiani e principi normanni abbiano calcato il suolo di questa stupenda città. Potremo rievocare le gesta degli uomini che si scontrarono durante la battaglia di Canne o imparare qualcosa in più sulla storia degli antichi Dauni. Last but not least, partecipare all’itinerario Federiciano: la visione cosmopolita di Federico II tra Castel del Monte, Trani e Barletta.


La Fondazione promuove iniziative volte alla realizzazione di un’adeguata struttura
museale nazionale
, organizza mostre tematiche, cura numerose pubblicazioni e
patrocina campagne di scavo condotte dalle Università di Bari, Foggia e “La Sapienza”
di Roma. L’attuale museo, benché di piccole dimensioni, merita comunque una visita
perché espone pezzi di pregiata fattura e di interesse storico. Il direttivo della
Fondazione da anni sta cercando di individuare una struttura all’altezza, che possa
adeguatamente valorizzare l’importanza storico-archeologica dei reperti e che possa
diventare un punto di riferimento sia a livello regionale che nazionale per appassionati e
studiosi.


Per avere maggiori informazioni, richiedere o prenotare l’accesso ai siti archeologici
gestiti dalla Fondazione, prenotare visite guidate, itinerari e attività didattiche, è possibile
chiamare il numero +39 333 88 56 300 tutti i giorni dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 15:00
alle 19:00 o visitare il sito www.canusium.it.
Nella sezione “visite Guidate”, al link “tariffe” è possibile scaricare un pieghevole in PDF
coi prezzi per ogni singola attività.


Infine, prima di salutarvi, vi lascio due link di YouTube in cui potrete visionare i filmati
“I love Canosa” https://www.youtube.com/watch?v=KMil1HR02T0
e il servizio del TG1 del 10/12/2017 sull’ipogeo Varrese
https://www.youtube.com/watch?v=3rCSBSGdDqo

Professoressa Gloria Virginia Togni

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    2 Commenti

    1. Articolo strepitoso sulla mia amata e antichissima città. Naturalmente chiunque ha voglio di provare un affascinante viaggio nel tempo e a storia sarà, sempre il benvenuto. Abbiamo anche tradizione cibo e ottimo vino! You welcome ☺️ Grazie Gloria, grazie professor viaggio. Lèggerò

    2. Gran bell’articolo, per una città sconosciuta ai più ma che ha alle spalle una storia millenaria e molti monumenti da visitare, emozioni a spasso nel tempo

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