Il genio di Michelangelo Merisi ha lasciato la sua impronta sulla splendida isola. Ma che cosa in particolare?

Nel luglio del 1607, in fuga dalla giustizia dopo aver ucciso un uomo durante una sanguinosa lite, Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, approdò sull’isola di Malta. Solo un paio di mesi prima si trovava a Roma ed è qui che, a seguito di una rissa, uccise Ranuccio Tommasoni. Ferito egli stesso alla testa, durante la sua fuga si nascose prima a Roma, dalla famiglia Colonna, poi a Napoli e infine, condannato in contumacia per omicidio, si imbarcò per raggiungere Malta. Che il suo arrivo a Malta fosse dovuto all’esigenza di rientrare nelle grazie del Papa o che fosse per una nuova opportunità lavorativa, durante il suo soggiorno a La Valletta, il Caravaggio realizzò una delle sue opere più famose: la Decollazione di San Giovanni Battista (1608).

L’opera è una chiara e indelebile testimonianza dello stile unico del noto pittore lombardo: il gioco di luci e ombre, le figure perfettamente scolpite in pose plastiche, i volti espressivi in cui traspaiono paura, orrore, rabbia, stupore, sono il “marchio di fabbrica” di questo artista tormentato e fumantino. Di carattere irrequieto, ribelle e violento, le sue opere hanno sempre rappresentato la cruda realtà e questa sua particolarità artistica gli valse l’appellativo di “pittore maledetto”.

Il focus del dipinto è rappresentato dal gruppo di persone in primo piano poste a sinistra di chi osserva. La luce colpisce in modo vivido il corpo statuario del boia, i muscoli tesi nello sforzo di immobilizzare San Giovanni, il coltello sporco del sangue del santo appena ucciso. Nell’oscurità del quadro, il capannello formato dagli attori rappresenta un triangolo e focalizza istantaneamente l’attenzione dell’osservatore sull’azione che sta avvenendo. Una giovane donna, china, sostiene il catino che accoglierà la testa di San Giovanni. Accanto a lei una donna anziana porta le mani al volto in un gesto di disperazione o di orrore. L’uomo abbigliato con vesti eleganti indica perentoriamente il catino e il corpo di San Giovanni giace ormai esanime sul terreno, unica nota più chiara di tutto il dipinto, in cui scorre un rivolo di sangue che attesta l’esecuzione. La decollazione non è ancora avvenuta, la testa del Santo è ancora adesa al corpo ma tutti i particolari lasciano intendere ciò che avverrà a breve.

Il paesaggio che circonda il gruppo è scuro, cupo. Solo da una finestrella con inferriata fanno capolino altri due personaggi, marginali al focus della scena: due semplici spettatori che osservano senza intervenire, le cui espressioni appaiono quasi neutre ma che diventano un piccolo punto di luce che riequilibra l’oscurità dello sfondo.
Il cuore del dipinto, infatti, è decentrato ed è qui che il Caravaggio offre i maggiori dettagli e la sua maestria nel gestire i chiaroscuri.

Dopo circa un anno dal suo arrivo sull’isola e dopo aver realizzato la “Decollazione di San Giovanni Battista, il “San Girolamo scrivente” e il ritratto del francese Alof de Wignacourt, Gran Maestro dei cavalieri di Malta, il Merisi ottiene il titolo di Cavaliere ed entra a far parte di questo Ordine. Il suo spirito litigioso e violento, però, lo porterà a perdere il privilegio del cavalierato e a fuggire anche da quest’isola. Morirà, sfinito e malato, a porto Ercole il 18 luglio 1610 all’età di 39 anni.

Oggi è possibile osservare i primi due dipinti all’interno della Cattedrale di San Giovanni, a La Valletta, assieme a una terza opera del Caravaggio, l’Amorino dormiente. Il ritratto del Wignacourt, invece, è conservato nel Musée du Louvre a Parigi.

Orari di visita della Cattedrale:
Da lunedì a venerdì: dalle 9:30 alle 16:30.Sabato: dalle 9:30 alle 12:30.Domenica e festivi: chiuso

Prezzi
Adulti: 10€Pensionati: 7,50€Studenti: 7,50€Minori di 12 anni: ingresso gratuito.

Come raggiungerla
Autobus: linea 133 fino alla fermata Gang.

Professoressa Gloria Virginia Togni

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