Antichi romani, monaci medievali e un ingresso per gli Inferi. Un peculiare mix tutto milanese.

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Una visita d’istruzione alla scoperta dei principali complessi monumentali e culturali di Milano è l’occasione perfetta per far conoscere ai ragazzi i segreti e il passato di una delle città più importanti d’Italia: sono, infatti, moltissimi i siti da visitare durante una gita scolastica che abbia come tema la storia, la cultura e l’arte, tutte materie normalmente affrontate durante il percorso di studi scolastico.

Tra le meraviglie di Milano che potranno costituire tappa del viaggio, sicuramente un rilievo centrale è assegnato alla Basilica di Sant’Ambrogio, tra le chiese più antiche della cristianità e tuttora luogo di interesse non soltanto spirituale, ma anche artistico, archeologico e storico. Sono molti gli spunti di approfondimento e le curiosità che si nascondono in una chiesa tutt’altro che comune.

 

La storia della Basilica di Sant’Ambrogio

Chiesa fra le più antiche al mondo, la Basilica di Sant’Ambrogio rappresenta perfettamente il passaggio artistico e culturale dal periodo paleo-cristiano a quello romanico. Secondo le ricostruzioni più accreditate, si deve all’impulso del vescovo Sant’Ambrogio (presente a Milano tra il 374 e il 397 d.C.) l’avvio della costruzione della Basilica. Il progetto ottenne l’avallo politico, spirituale e finanziario dell’imperatore romano Teodosio e si inserì all’interno di un più ampio programma di catechizzazione della città di Milano, passando attraverso la costruzione di numerose chiese: la Basilica Apostolorum (oggi chiamata dei Santi Nazaro e Celso), il Martyrium di San Lorenzo e la Basilica dei Martiri, oggi nota con il nome del vescovo e Santo ambrosiano.

I lavori di costruzione ebbero inizio nel 379 e riguardarono un’area posta all’epoca fuori dalle mura (poco lontano da Porta Vercellina). Il sito, da cui sarebbe derivato il nome latino di Basilica Martyrum, era all’epoca una necropoli in cui venivano sepolti i martiri cristiani perseguitati dai romani. La base dell’edificio, che avrebbe subito numerosi interventi di restauro e ampliamento nel corso dei secoli, venne ultimata nel 386.

Un notevole intervento si ebbe in seguito alla cattura di Milano da parte di Carlo Magno, con il passaggio della città nell’orbita dell’impero carolingio-germanico. In considerazione del culto per Sant’Ambrogio, sepolto nella basilica insieme ai santi Gervasio e Protasio, tra il IX e l’XI secolo la chiesa assunse la denominazione attuale. La successiva opera di estensione si dovette all’arcivescovo Angiliberto II (avente sede in Milano tra l’824 l’859), che fece elevare il campanile dei monaci posto sul lato meridionale, costruire i due absidi minori nelle navate più piccole, sostituire l’abside principale e decorare gli interni: durante questa fase vennero aggiunte le decorazioni del catino absidale e l’altare dorato.

I più importanti lavori architettonici cominciarono nel 1080, quando la facciata esterna della Basilica venne ricostruita in stile romanico, passando successivamente per la costruzione del portico quadrilatero e l’elevazione del campanile posto sul lato settentrionale. Salvo interventi minori e opere di restauro, è da circa mille anni che la Basilica ha assunto l’aspetto con cui oggi si presenta ai milanesi.

Guida alla struttura della Basilica di Sant’Ambrogio

Descrivere compiutamente e in poche righe tutte le caratteristiche architettoniche di questa mirabolante Basilica è estremamente complesso. Gli studenti di storia dell’arte qui avranno modo di confrontarsi con numerosi stili e componenti uniche, che testimoniano ancora oggi l’evoluzione subita dall’impianto strutturale.

Per quanto concerne il complesso principale, il corpo della Basilica è fondato su una campata a pianta quadrata, la quale è coperta da un tetto a crociera che ospita costoloni e che viene retto da quattro pilastri. Questo medesimo modulo viene ripetuto in tutta la struttura: basta osservare le quattro campate della navata centrale e le otto campate minori delle due navate laterali. La planimetria essenziale si basa sulla proporzione 2:1 nel rapporto tra lunghezza e larghezza, facendo di questo edificio un esempio lungimirante dell’architettura romanica, attenta alle proporzioni razionali e ordinate.

La sezione anteriore della Basilica ospita il quadriportico, al cui interno si situa un cortile di forma rettangolare circondato da un porticato che segue la planimetria interna. Il portico aveva la funzione di ospitare le principali cerimonie religiose, ma dalla fondazione del libero comune di Milano divenne anche sede ricorrente di manifestazioni civili.

L’elemento di raccordo tra l’edificio della Basilica e il quadriportico è rappresentato dalla facciata: si tratta, probabilmente, dell’aspetto più strabiliante della visita alla Basilica di Sant’Ambrogio. Infatti, il fronte è caratterizzato dall’alternanza di materiali rossi e grigi, che ricoprono una struttura che ricorda l’arco trionfale romano. Sul loggiato superiore ci sono cinque grosse arcate, distribuite per grandezza degradante dal centro verso i lati. Il loggiato inferiore, invece, possiede tre archi di altezza uguale, dietro i quali si aprono i portali.

Il portale centrale è imponente, grazie soprattutto alla resa visiva data dalle decorazioni a rilievo che espongono influenze e stili di diversa provenienza: piante che riecheggiano il gusto romano, intrecci di nastri che sono invece più tipici del periodo medievale, oltre che araldi e figure di animali che hanno, invece, un più chiaro riferimento religioso, a simboleggiare lo scontro tra bene e male che viene positivamente risolto da quel luogo di redenzione che la Chiesa vuole essere e rappresentare.

Le decorazioni della Basilica di Sant’Ambrogio

Sono soprattutto le decorazioni interne ed esterne della struttura ad incantare ancora oggi i visitatori. Anche qui, sarà possibile offrire agli studenti l’opportunità di misurarsi con simbologie che riecheggiano eventi storici o determinati periodi e concezioni che hanno caratterizzato e influenzato la costruzione della chiesa; oltre, naturalmente, a costituire motivo di approfondimento pratico per gli studenti di storia dell’arte.

Il catino absidale risalente al IX secolo ospita una meravigliosa decorazione musiva: i mosaici rappresentano il Redentore che troneggia sui santi Gervasio e Protasio (mostrati in abiti militari), ai quali si affiancano scene raffiguranti la vita di Sant’Ambrogio. Nella prima, viene mostrato il Santo che si addormenta mentre officia la messa in Milano; nella seconda, il vescovo viene trasportato dagli angeli a Tours in occasione dei funerali di san Martino, patrono della chiesa francese. La simbologia è ben precisa: serviva a dimostrare e celebrare l’alleanza tra la chiesa di Milano (di cui Ambrogio era ed è il patrono) e quella franca, divenuta centrale in seguito alla discesa dei Franchi in Italia.

Un altro mosaico eccezionale è quello che si trova lungo la cupola del sacello di San Vittore in Ciel d’oro: questa volta, che risale alle origini paleocristiane della Basilica (dunque, al V secolo), raffigura San Vittore, posto al centro di una meravigliosa decorazione dorata, e, di lato, numerosi altri santi in abiti civili, tra cui lo stesso Sant’Ambrogio, del quale questo ritratto rappresenta il più antico e probabilmente più fedele (in considerazione della vicinanza cronologica all’epoca in cui era vissuto il santo).

L’interno più prezioso della Basilica è però l’altare dorato, commissionato dal vescovo Angiliberto II tra l’824 e l’859: quest’opera, che offre una testimonianza unica dell’oreficeria carolingia, è interamente costruito con lastre del prezioso metallo e ricoperto di smalti e pietre preziose. Originariamente, l’altare ospitava la tomba di Sant’Ambrogio (poi trasferita nell’ipogeo), come testimonia la presenza dell’iscrizione in latino, che invita a non limitare la vista alla magnificenza dorata quanto alla santità delle reliquie che questa custodiva. Peraltro, la costruzione dell’altare deve essere avvenuta in epoche diverse, come provato dalle differenze tra i due lati dell’opera: sul lato anteriore sono ben riconoscibili le influenze carolinge e persino bizantine del posato, mentre quello posteriore offre degli sbalzi più semplici, maggiormente aderenti al gusto della cultura tardo-classica.

Perché Fare una Gita scolastica a Milano con Visita a Sant’Ambrogio?

La descrizione degli interni della Basilica di Sant’Ambrogio non può che essere corredata da quella delle numerose altre opere che vi sono ospitate. Ad esempio, l’enorme atrio antistante la chiesa permette l’accesso ad alcuni resti archeologici di epoca romana; il pulpito ospita il sarcofago del generale Stilicone, costruito nel XIV con numerose scene religiose. Ancora, nella piazza antistante la chiesa si trova la Colonna del Diavolo, un pilastro di epoca romana legato alla tradizione popolare, che lo vuole luogo della lotta tra il Santo e il diavolo: nel tentativo di incornare il primo, il secondo finì per conficcare le corna nella colonna, i cui due fori – secondo la leggenda – emanano ancora odore di zolfo e, se ci si avvicina l’orecchio, permettono di ascoltare il rumore proveniente direttamente dagli inferi.

Ma questa Basilica è soltanto una delle numerose attrattive culturali che fanno di Milano una meta di tutto rispetto per una gita scolastica. Nelle vicinanze della Basilica, infatti, è accessibile il Museo Archeologico comunale, il Museo della Scienza, il Cenacolo di Leonardo da Vinci, e anche altre chiese di rilievo, come San Maurizio al Monastero e la Basilica di San Lorenzo Maggiore.

Questi monumenti, uniti agli altri capolavori d’arte e di cultura che popolano il capoluogo lombardo (per citarne alcuni, il Duomo, il Teatro alla Scala, il Castello Sforzesco), potranno fornire ai bambini e ai ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado un’occasione irripetibile di cultura e conoscenza alla scoperta dei luoghi (noti e meno noti) più importanti di Milano.

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