Dopo Elsa Morante nel 1957, nel 1963 Natalia Ginzburg (nata Levi) fu la seconda donna della storia a vincere il Premio Strega grazie al suo romanzo Lessico famigliare ambientato a Torino. Attraverso le abitudini, le espressioni e i tic linguistici (e non) tipici della sua famiglia, la Ginzburg descrive dall’interno le vicende quotidiane di casa Levi, dove spicca autoritaria la figura del padre Giuseppe, in lasso di tempo che va dal 1925 ai primi anni Cinquanta.

La scrittura fluisce senza dare un ordine gerarchico a eventi e personaggi, i quali sembrano quasi presentarsi da sé prendendo forma attraverso i loro gesti e le loro parole. Il romanzo ripercorre le vicende familiari legate soprattutto all’epoca fascista e alla seconda guerra mondiale: anni tragici, che videro prima l’uccisione del marito dell’autrice Leone Ginzburg, per attività politica antifascista, e poi la persecuzione degli ebrei, fino ad arrivare al suicidio di Cesare Pavese e alla disillusione generale dovuta alla caduta delle speranze nate ai tempi della Resistenza.

Lessico famigliare è inoltre un’opera che rappresenta anche una grande testimonianza storica dell’epoca, dove la Ginzburg omaggia gli attori che hanno contribuito ad animare la cultura, la politica e il progresso di quegli anni, non solo in Piemonte ma in tutta Italia. Tra questi, basti citare l’industriale Adriano Olivetti e il politico Filippo Turati, insieme all’anarchica Anna Kuliscioff, Giulio Einaudi, gli scrittori Felice Balbo, Elio Vittorini e lo stesso Leone Ginzburg che pagò con la propria vita la fedeltà ai suoi ideali antifascisti.

Ancora oggi, in via Oddino Morgari, nel cuore dello storico quartiere di San Salvario, si può osservare la casa in cui visse la Ginzburg, vera e propria protagonista di Lessico famigliare. A memoria di ciò vi sono una targhetta commemorativa e la piazzetta antistante alla chiesa, intitolata appunto a Natalia Levi Ginzburg. Un altro luogo evocato nel finale del romanzo è l’Hotel Roma in piazza Carlo Felice, dove si suicidò Pavese, che ancora oggi molti suoi ammiratori commemorano visitando la stanza dell’hotel in cui soggiornò.

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