Se non l’avete ancora fatto, progettate una visita a Ferrara.

Situata nella pianura emiliana, poco distante dalle rive del Po e dal mare Adriatico, oltre a essere una splendida città d’arte rievoca istantaneamente lo splendore del Rinascimento catturando occhi, cuore e anima con il suo naturale connubio tra passato e presente.

Qui i Duca d’Este governarono per circa tre secoli, trasformando la città un vivace crocevia artistico, culturale e politico; il loro intervento sull’urbanistica, inoltre, rese la città un fulgido esempio di innovazione, che fece di lei la prima città moderna d’Europa e che oggi la annovera fra i siti Patrimonio Mondiale dell’Umanità da parte di UNESCO.


Alla corte Estense l’arte e gli artisti ebbero sempre un grandissimo rilievo e questa passione, nel tempo, non si spense mai, anzi continuò a rinvigorirsi sempre di più e a popolarsi di personaggi che animarono l’ambiente culturale con la loro passione e la loro innovazione. Sono talmente tanti gli uomini di cultura e d’arte che qui vissero e operarono che è davvero difficile elencarli tutti ma una scelta bisogna pur farla e oggi desidero focalizzarmi su una delle personalità più “internazionali” del suo tempo, se volete passarmi il termine: Giovanni Boldini. Nasce nel 1842 e muove i primi passi nell’ambiente artistico accanto al padre Antonio, pittore e restauratore di grande livello. Impadronitosi della tecnica pittorica e grazie a una cospicua eredità lasciata dallo zio paterno – ben 29.260 lire! -, nel 1867 lascia Ferrara per studiare a Firenze (dove entrò in contatto con i Macchiaioli) che lascia per recarsi prima in Costa Azzurra e successivamente a Londra.

È proprio qui che conosce gli artisti più attivi del momento, fra cui Degas, Manet, Sisley e Courbet, ed è qui che svilupperà una passione sfrenata per Parigi. Sarà proprio la Ville Lumière a catturare il cuore del pittore ferrarese, perché nel 1871 decide di stabilircisi e di elevare Parigi a sua seconda patria, producendo opere per oltre sessant’anni. In breve tempo Boldini raggiunge fama e successo e li ottiene grazie alla frequentazione con gli ambienti mondani e più vitali della città: le sue opere, infatti, catturano momenti, soggetti e sguardi sulle persone e la vita attiva della capitale francese. Abituale frequentatore di teatri, ippodromi e appuntamenti festosi, riversa le sue esperienze di vita sulla tela specializzandosi poi nella ritrattistica.


I suoi soggetti principali sono uomini e donne dell’alta borghesia che vengono raffigurati grazie all’uso sapiente di tratti veloci e dinamici. I suoi dipinti non sono statici, sono dinamismo puro, sono vita che esce dalle tele a pennellate! Il suo stile è unico, non definibile. Grazie ai viaggi e all’incontro con diverse personalità artistiche di diverse correnti – non dimentichiamo che il periodo vede attivi i Macchiaioli, gli impressionisti, i simbolisti e un principio di avanguardia.

Il suo lavoro difficilmente trova “casa” in una di queste correnti ma diventa uno stile a sé, del tutto personale, riconoscibile e irripetibile. Il suo tratto è dinamico, impetuoso, quasi a voler fissare sulla tela un momento che a breve sparirà, un “qui e ora” della pittura, un carpe diem bramoso di vita e di colore. Si sente spesso dire che l’arte è soggettiva, che ci sono artisti che piacciono o meno a seconda del proprio gusto e cultura personale; probabilmente Boldini è uno di questi ma è indubbio il talento e palese la maestria nel riuscire a offrire allo spettatore l’idea della dinamicità del momento esatto in cui un soggetto viene ritratto.

Ogni suo dipinto è movimento, ogni suo disegno o schizzo è movimento. Sembra quasi presagire quello che di lì a poco, all’inizio del XX secolo, sarà il Futurismo. Il colore, poi, è esso stesso protagonista della dinamicità dei suoi dipinti. Fra le sue opere più famose mi piace citare il ritratto di Giuseppe Verdi perché nella sua staticità racchiude tutto il dinamismo della pennellata del Boldini. Il noto musicista è elegante, come se stesse per entrare in teatro.
L’alto cilindro e il vestito scuro sono illuminati dalla sciarpa bianca annodata al collo e dalle pennellate chiare che illuminano il volto e sottolineano i riflessi di luce su tuba e
tessuto donando al dipinto una tridimensionalità incredibile. I tratti sono veloci, leggeri, mossi. Il ritratto è immobile ma trasuda vita, energia. Lo sguardo di Verdi è intenso, penetrante. Il pittore riesce magistralmente a infondere dinamismo anche dove questo non sia presente. Questo è il tratto distintivo che rende unico Giovanni Boldini.


I ritratti femminili, poi, sono un inno alla gioia: a partire dal ritratto della principessa Radzwill con la sua macchia di rosa intenso nei fiori presenti sul decolleté passando per “Mademoiselle Lantelme”, dove il nero fa da cornice a un volto dall’espressione intensa e luminosa, fino ad arrivare alla signora in rosa, il ritratto di Olivia de Subercaseaux
Concha, opera realizzata quando aveva ormai 70 anni e la vista cominciava a fare difetto. Eppure il dipinto è uno degli ultimi capolavori di questo incredibile artista. Le donne di Boldini sono flessuose, belle, vitali, disinibite.

Amano essere ammirate, spontanee e naturali, nella loro più intima essenza, senza pudori e tabù.
Il pittore riesce a imprimere sulla tela non solo la bellezza dei suoi soggetti ma anche il fascino di un’epoca, quella della giovinezza: la Belle Époque, quel periodo in cui Parigi vive il più intensamente possibile il benessere economico e il progresso sociale che ne ha caratterizzato per decenni l’anima, lo stile, e di cui Giovanni Boldini è stato indiscusso testimone e indimenticabile artista.

GAMC – Gallerie d’Arte Moderna e
Contemporanea
Palazzo Massari – Corso Porta Mare, 9

Ferrara – Tel. 0532 244949
artemoderna@comune.fe.it
www.artemoderna.comune.fe.it/

I Musei sono temporaneamente chiusi
causa lavori di restauro ma è possibile
accedere online alle Collezioni.


I musei presenti sono:

  • Museo dell’Ottocento
  • Museo Giovanni Boldini
  • Museo d’Arte Moderna e
    Contemporanea “Filippo de Pisis”
  • Fondo Michelangelo Antonioni
  • Fondo del Centro Video Arte

Professoressa Gloria Virginia Togni

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